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Ti trovi in: Il Piemonte - Cenni Storici

Cenni Storici

La romana Porta Savoia, accanto alla Cattedrale medioevale di Susa

Dalla preistoria all'Impero Romano

In Piemonte, i più diffusi reperti preistorici risalgono al Neolitico: le zone del Biellese e del lago di Viverone hanno conservato cospicui giacimenti. La regione fu abitata dai celti e dai liguri, e venne assoggettata dai romani dopo la seconda guerra punica, anche se il loro dominio non si estese alle zone protette dal rilievo alpino. Solo durante il regno di Augusto, Roma si insinuò nelle impervie valli (25 a.C.) e rafforzò la rete delle comunicazioni, collegando i percorsi di pianura, già frequentati da intensi traffici mercantili, con i domini transalpini. Lungo le strade romane sorsero alcune tra le principali città. Nel nuovo ordinamento dato da Augusto all'Italia, il Piemonte fu diviso tra regione ligure (territori a sud del Po) e regione transpadana (territori a nord del Po). Tuttavia, anche dopo la conquista augustea, la colonizzazione romana risultò assai limitata.

L'organizzazione Feudale

Dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente, la regione fu dominata dai longobardi (568), che si fermarono al di qua delle Alpi. La successiva conquista del territorio da parte dei franchi guidati da Carlo Magno (774) favorì un intenso scambio con la cultura transalpina e con quella lombarda. Durante il periodo carolingio si affermò il potere di famiglie feudali il cui ruolo assunse un'importanza sempre più decisiva nella regione. L'area pedemontana venne divisa da re Berengario II in quattro territori marchionali, mentre i centri più rilevanti della pianura orientale (Novara, Vercelli, Asti) si organizzarono in Comuni, tra la fine dell'XI e il XII secolo. Al movimento comunale si affiancò e si contrappose un insieme di domini feudali, tra i quali emersero i marchesi del Monferrato e di Saluzzo, che estesero i loro domini nelle colline del Monferrato e delle Langhe; intanto, a Torino e nella Valle di Susa, esercitavano il potere i marchesi di Torino e i loro discendenti conti di Moriana e di Tarantasia, divenuti nel XIII secolo anche conti di Savoia. La via Francigena, importante percorso di comunicazione tra Roma e la Francia, per tutta l'età medievale fu un asse di civiltà, con innumerevoli abbazie e conventi sorti soprattutto in Val di Susa (ad esempio Novalesa e San Michele della Chiusa, veri e propri gioielli dell'arte romanica). I monaci benedettini e cistercensi, tra l'XI e il XII secolo, intrapresero un'importante opera di bonifica del territorio, trasformando terreni incolti e paludosi in vere e proprie aziende agricole.

I Savoia

Nella prima metà del XIII secolo fu adottato per la prima volta il nome Piemonte per indicare un territorio molto ristretto, compreso tra Dora Riparia, Po e Sangone, che acquisì una vera e propria fisionomia politica nel XV secolo, passando da Signoria a Principato. Il successivo espandersi del Piemonte come entità politica seguì gli scontri tra i principati territoriali e le più potenti monarchie europee tra il XVI e il XVII secolo. Un passaggio importante nella compenetrazione tra territorio e stato sabaudo avvenne con Emanuele Filiberto (1559-1580), il quale mise le basi per un efficace controllo politico e militare dell'area pedemontana del suo dominio. Ducato di Savoia fino al 1713, Regno di Sicilia al concludersi della guerra di successione spagnola, lo stato sabaudo divenne Regno di Sardegna nel 1720 sotto Vittorio Amedeo II. Dopo la guerra di successione polacca (1738) e quella austriaca (1748) il Piemonte assunse una conformazione geografica simile all'attuale, grazie al fatto che i confini orientali del dominio si attestarono sulla linea del Ticino.

Età Contemporanea

Il Piemonte ebbe una funzione di guida nel Risorgimento italiano, anche grazie al ruolo politico svolto dalla dinastia e dalla classe dirigente di parte democratica e di parte liberale. Esercitò altresì un'importante funzione sia militare, con la partecipazione alla prima guerra d'indipendenza (1848-49), alla guerra di Crimea (1855-56) e alla seconda guerra d'indipendenza (1859-60), sia diplomatica, messa in evidenza dall'opera del ministro Cavour. La capitale della regione, Torino, fu capitale del Regno d'Italia fino al 1865 e, in quanto tale, sede del primo parlamento italiano. Il Piemonte guidò i processi di industrializzazione iniziati negli ultimi anni dell'Ottocento. Accanto alla tradizionale industria tessile si svilupparono i nuovi settori dell'industria meccanica (treni, autoveicoli, macchine da scrivere), chimica, edile, alimentare e furono istallati i primi impianti per la produzione dell'energia idroelettrica. La modernizzazione dell'economia si accompagnò a un'intensa attività politica e sindacale, nella quale si radicarono le moderne correnti della cultura liberale e socialista, legate a figure quali Piero Gobetti e Antonio Gramsci. I fermenti delle loro idee ripresero ad alimentare la cultura antifascista durante la Resistenza, aspramente combattuta in tutto il Piemonte, nelle valli alpine, nelle colline delle Langhe e del Monferrato, oltre che nelle fabbriche delle città. Negli anni della Repubblica il Piemonte continuò a essere al centro dei processi di sviluppo economico, caratterizzati dall'intensa crescita demografica, che venne alimentata dall'emigrazione proveniente da altre regioni d'Italia.

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