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Parchi e riserve

I Parchi naturali

Vista del lago Serrù dal Colle del Nivolet nel Parco Nazionale Gran Paradiso

Parco Nazionale Gran Paradiso

Istituito con regio decreto nel 1922 nelle alpi occidentali, a cavallo del Piemonte e della Valle d'Aosta, ad un altitudine di 800-4.061 metri s.l.m. ed un estensione di 71.000 ha (Piemonte 33.300 ha - Valle d'Aosta 37.700 ha). L'ambiente fisico è costituito da cinque valli principali e da numerosi valloni di minore entità; una catena di imponenti montagne con andamento Est-Ovest separa i bacini dell'Orco e del Soana (versante piemontese) dalle tre principali valli aostane, rispettivamente Valle di Rhemes a Ovest, la Valsavarenche al centro e la valle di Cogne ad Est. Queste poi sono separate tra di loro da catene secondarie che si dipartono perpendicolarmente dalla spina dorsale del parco. La catena centrale, culminante nei 4.061 metri del Gran Paradiso, si diparte dal confinante parco nazionale francese della Vanoise (12 km di frontiera in comune) ad occidente, scendendo alla Dora Baltea sul limite orientale. La struttura geologica del parco è formata per la maggior parte da rocce di origine premesozoica, distinte in due gruppi (massiccio del Gran Paradiso e massiccio del Gran Nomenon e della Valsavarenche), separati da una fascia di rocce mesozoiche, comprendente alcune importanti cime, tra le quali la Grivola e tutta la dorsale sinistra della valle di Rhemes.

La vegetazione del parco è costituita prevalentemente da boschi a larice, abete rosso e, subordinatamente, da abete bianco, soprattutto nel settore valdostano. Il limite dei boschi è intorno ai 2.000-2.400 metri e nelle zone di transizione tra i boschi ed i pascoli alpini, si distribuiscono gli arbusteti a ontano nelle zone più umide, a rododendro e ginepro comune soprattutto nei luoghi rocciosi e sabbiosi. I pascoli alpini sono ricchi di graminacee. Nelle rupi e nei detriti crescono sassifraghe, semprevivi e artemisie.

Nel parco sono presenti consistenti popolazioni di stambecco, camoscio, marmotta, oltre a lepre alpina, volpe, tasso, martora, ecc. Tra gli uccelli si annoverano: aquila reale, pernice bianca, fagiano di monte, coturnice, ecc. L'ittiofauna è rappresentata da trota comune, trota iridea, trota fario.

Parco Nazionale della Val Grande

Fu istituito con D.M. il 2 marzo 1992 ed ampliato nel giugno del 1998. Con una superficie di 16.000 ettari il Parco si estende sul territorio dei seguenti comuni, situati fra Verbano, Ossola, Vigezzo e Cannobina: Aurano, Beura Cardezza, Caprezzo, Cossogno, Cursolo Orasso, lntragna, Malesco, Miazzina, Premosello Chiovenda, San Bernardino Verbano, Santa Maria Maggiore, Trontano e Vogogna.

La Val Grande è l'area selvaggia più vasta d'Italia e una delle più significative aree "wilderness" del mondo. Si trova a due passi dal lago Maggiore, da Milano dista meno di 100 Km e 150 da Torino. E' una vallata unica, dominata dal silenzio, dove la natura è regina: luoghi misteriosi di difficile accesso, rocce aspre, canyon e dirupi, fitte boscaglie: è la "wilderness", natura selvaggia. La ricchezza e la varietà della vegetazione costituiscono una delle attrattive maggiori della Val Grande: dal castagno al tasso, dall'ontano al faggio. Le specie botaniche più rare ed interessanti sono sicuramente l'aquilegia alpina e il tulipano alpino.

Nel settore faunistico l'attributo dire della Val Grande spetta certamente al camoscio. Presenti anche il capriolo, la volpe, il tasso, la donnola, il riccio, la faina e la martora, la lepre e la marmotta. Numerosi i roditori e ricca l'avifauna con la presenza dell'aquila. Eccezionali le emergenze petrografiche e mineralogiche. A ridosso del parco, le cave di Candoglia situate nel massiccio montuoso del "Corni del Nibbio", forniscono da oltre sei secoli il marmo per il Duomo di Milano.

I Parchi naturali

Scorcio del lago delle Streghe nel Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero

Una ben radicata cultura volta alla tutela dell'ambiente è alla base della conservazione di un numero indefinito di bellezze, che il Piemonte offre a chi voglia scoprirle. Ben 196 mila ettari di territorio protetto, circa l'8% della superficie regionale. Le Riserve Naturali sono numerose e sicuramente adatte ad un incontro, magari il primo, con la natura e l'ambiente. Non lontano da Cuneo, rispettivamente nella Valle Gesso e nelle Valli Pesio e Tanaro, si estendono il Parco Naturale dell'Argentera, il più grande del Piemonte che ospita una delle più antiche colonie di stambecchi e il Parco Naturale della Alta Valle Pesio e Tanaro il cui paesaggio è caratterizzato da altopiani calcarei e alti pareti strapiombanti nelle quali si apre il più importante sistema carsico del Piemonte. Estesi boschi di abeti bianchi, faggi e larici creano una delle zone più verdi e interessanti di tutta la regione.

Val Susa, nella cui zona alpina si trova il Parco Naturale Orsiera - Rocciavrè: isola di montagne selvagge e incontaminate, con caratteristiche forme di modellamento glaciale, emergente a cavallo delle valli Chisone, Susa e Sangone. Risalendo ancora la valle si incontra il Parco Naturale del Gran Bosco di Salbertrand, l'area protetta più occidentale d'Italia, istituita per tutelare un patrimonio boschivo di profondo interesse costituito da abeti rossi e pini cembri, un area importantissima che ha visto il ritorno del lupo. Nel cuore delle Pennine è invece situato il Parco Naturale Alta Valsesia, il più alto d'Europa, che raggiunge i 4559 m. della Punta Gnifetti del massiccio nel Monte Rosa. Qui la fauna e la flora alpine e gli antichi insediamenti dei Walzer caratterizzano il territorio protetto e ne suggeriscono una visita. Magiche conche prative contornate da boschi di larici e da un ricco sottobosco di rododendri e mirtilli fanno da suggestivo scenario al Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero, situato in Val d'Ossola, mentre brevi passeggiate e scampagnate possono essere organizzate nei Parchi Fluviali del Po, del Sesia e del Ticino. Qui, tre grandi fiumi che attraversano la pianura piemontese custodiscono importanti aree umide: le loro rive e la distesa delle risaie costituiscono l'ambiente ideale per la vita di molti uccelli acquatici. Per gli amanti del Birdwatching il Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, lago Grande, lago Piccolo e palude dei Mareschi, di origine glaciale.

Riserve naturali

Scorcio della Riserva Naturale Palude di Casalbeltrame

Migliaia di ettari di territorio sottratti al turismo di massa, angoli di paradiso in cui salvaguardare la Natura in tutti i suoi aspetti. Le Riserve Naturali sono una delle forme più diffuse adottate in Piemonte per gestire queste magiche aree, proteggerle e farle conoscere nel pieno rispetto dell'ambiente. Ed ecco un piccolo assaggio di quelle che sono le riserve naturali in Piemonte.

Nell'Alessandrino: la Riserva del Torrente Orba, che ospita numerosi rapaci; la Riserva Ghiaia Granda, lungo le sponde del Po dove sulla sabbia nidificano il gruccione e martin pescatore. L'Astigiano presenta la Riserva Valleandona e Valle Botto molto ricca di fossili (una volta ricoperte dal mare). Nel Biellese: La Bessa, con la grandiosa morena "La serra"; la riserva Brich di Zumaglia e Mont Prevè (le due cime che caratterizzano la pianura biellese). Nel Cuneese, L'Oasi di Crava Morozzo l'unica area umida del Piemonte meridionale con ben 135 specie di uccelli; la Riserva Ciciu del Villar (ciciu in dialetto locale significa pupazzi) con particolari formazioni geologiche formate circa 12.000 anni fa dal depositarsi di grossi massi trascinati dal torrente Maira. Nel Verbano-Cusio-Ossola: la Riserva Fondo Toce (uno degli ultimi canneti del Lago Maggiore). Nel Novarese: la Riserva Colle Torre di Buccione (resti del Castello risalenti al 200); I Canneti di Dormelletto con alcune centinaia di ettari di canneto che ospitano un numerose specie di uccelli in migrazione. Nel Vercellese: Le Garzaie di Carisio e Villarboit dove nidificano cenerini, garzette e nitticore; L'Isolone di Oldenico, una grande isola al centro del fiume sesia, una delle zone più importanti per la nidificazione degli aironi. Nel Torinese, gli orridi di Chianocco (con la presenza insolita del leccio) e Foresto (scavato dal Rio Rocciamelone); La Rocca di Cavour (imponente panettone costituito da formazioni carbonifere) con ben 350 specie spontanee.

I parchi del Piemonte

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Sacri monti

Salita alle cappelle del Sacro Monte di Oropa

I Sacri Monti sono particolari itinerari devozionali sorti nei secoli passati, cui oggi è riconosciuto un valore storico, artistico e culturale, caratterizzati dalla loro generale articolazione in un numero variabile di cappelle, che costituiscono le tappe di un percorso religioso, disposte con studiato ordine su di un'altura. All'interno di esse sono raffigurati, in pittura e scultura episodi della storia sacra, dell'Antico e del Nuovo Testamento o storie della vita dei santi. Le origini dei Sacri Monti, la cui presenza è oggi riconosciuta anche nell'Europa meridionale e in quella nord-orientale, sono da ricondurre a quell'area storico-geografica di diffusione della Controriforma segnata tra la fine del Cinquecento ed il Seicento dall'operato di Carlo e di Federico Borromeo: la zona di influenza della diocesi milanese. A quest'epoca, in alcuni punti importanti del territorio, nelle zone più minacciate dal diffondersi dell'eresia luterana, seguendo le indicazioni emerse nel Concilio di Trento, viene promossa la trasformazione di alcuni luoghi, già sede di forme spontanee di devozione e di culto. Questi luoghi vengono riproposti e riorganizzati per raccontare ai fedeli, in modo comprensibile ed emotivamente coinvolgente, ma attentamente controllato nei contenuti, le vicende di Cristo e dei Santi.

Il primo Sacro Monte realizzato nell'arco alpino, quello di Varallo, era in realtà nato con intenti profondamente diversi sul finire del Quattrocento. Un frate francescano, Bernardino Caimi, di ritorno dalla Terra Santa, aveva pensato di ricostruire, sulla collina che sovrastava il paese di Varallo, alcuni luoghi presenti in Palestina come Nazaret, Betlemme, il Golgota. Il progetto si concretizzò grazie alla straordinaria capacità artistica e scenografica di un artista lombardo-piemontese, Gaudenzio Ferrari che, recuperando temi di cultura popolare e tradizionale come le sacre rappresentazioni ed i compianti medioevali, inventò la soluzione delle cappelle al cui interno veniva posto un gruppo di sculture in grandezza naturale che illustrava una scena sacra a cui gli affreschi sulle pareti dell'edificio facevano da contorno e completamento. Alla fine del Cinquecento il Sacro Monte di Varallo subì radicali trasformazioni a causa dei cambiamenti intervenuti in ambito religioso (lo scisma luterano, il Concilio di Trento) ed artistico. Per intervento di Carlo Borromeo e poi del suo collaboratore e vescovo di Novara Carlo Bascapè esso divenne il racconto in figure di una storia: la vita e la Passione di Cristo, controllata dal vescovo fin nei minimi dettagli, anche nella parte artistica, per conferirle un effetto molto coinvolgente sul piano emotivo e muovere i fedeli a pietà e devozione. È proprio questa tappa della storia del Sacro Monte di Varallo che diventa il modello degli altri Sacri Monti della Controriforma. Crea, Orta, Varese. Si creano delle équipe di artisti quasi specializzati sui Sacri Monti che prestano la loro opera in alcuni di essi: i Fiamminghini, il Morazzone, i Tabacchetti, i d'Enrico. Diversi saranno i soggetti delle raffigurazioni: la vita della Vergine a Crea, quella di san Francesco ad Orta, in accordo con l'esigenza del recupero della devozione mariana e del culto dei santi che la chiesa cattolica contrapponeva ai luterani.

Nel secondo Seicento si vanno attenuando le motivazioni originarie, il rinnovamento della chiesa è in gran parte compiuto e si stempera così l'attento controllo del vescovo sui cantieri dei Sacri Monti ancora in costruzione. Il modello del Sacro Monte continua però a trovare una sua diffusione, sorretto spesso dagli ordini monastici, più ripetitiva nelle soluzioni artistiche, che richiamano per lo più i modelli più noti, come nei temi illustrati (in prevalenza il Rosario e la via Crucis). Sono di quest'epoca il Monte Calvario di Domodossola, i Sacri Monti di Ghiffa, sul Lago Maggiore, di Ossuccio, sul lago di Como, di Montrigone a Borgosesia, più tardo ancora il Sacro Monte di Belmonte presso Valperga nel Canavese. Alla prima motivazione prevalentemente religiosa inizia ad affiancarsi anche un uso più ameno e "ricreativo" dei Sacri Monti, legato anche alla piacevolezza dei luoghi, come testimoniano le guide e le incisioni del XVIII ed del XIX secolo.

I Sacri Monti Piemontesi Istituiti in Aree Protette.

A partire dalla seconda metà degli anni Settanta la Regione Piemonte ha iniziato la costruzione di una rete di Aree protette a difesa del proprio territorio. Sono state individuate zone di territorio di particolare pregio ambientale, faunistico, floristico o paesaggistico da tutelare e valorizzare in modo particolare. Fra queste i Sacri Monti. Pur essendo essi prima di tutto luogo di devozione e di preghiera se ne è riconosciuto il valore anche sotto il profilo architettonico, artistico, paesaggistico e naturalistico. Proprio la evidente connessione tra natura e cultura che ha segnato il fenomeno dei Sacri Monti dalla sua origine li ha fatti inserire nella rete delle Aree protette. Con l'istituzione in Parco o Riserva, la Regione Piemonte ha inteso riconoscere e sottolineare con un vincolo di legge la loro originalità di complessi monumentali perfettamente inseriti in ambienti di per sé meritevoli di attenzione e tali da richiedere particolari forme di gestione e di fruizione. Ha avviato e finanziato iniziative di restauro e di manutenzione per proteggerli dall'azioni disgregatrice del tempo salvandone i tratti originari ne ha promosso il rilancio in termini culturali. Ha messo a disposizione di ogni Sacro Monte personale qualificato: un direttore con competenze tecniche specifiche, impiegati amministrativi, guardie parco addetti alla vigilanza ed alla fruizione, operatori della manutenzione del verde e dei manufatti artistici. Ne ha fatto veri e propri cantieri, musei all'aperto, referenti qualificati riconosciuti nel campo della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico ed ambientale.

Sacrimonti.net

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Ecomusei

Antico mulino facente parte dell'Ecomuseo della Pietra Ollare e degli Scalpellini di Malesco

Gli Ecomusei piemontesi nascono da una legge regionale nel 1995. Sono due i principali scopi per cui vengono costituiti: il primo è preparare e valorizzare la memoria storica e collettiva delle comunità, il secondo è di porre l'attenzione su come l'insediamento tradizionale abbia influenzato l'approvazione e l'evoluzione del paesaggio. Non più l'ambiente o l'aspetto culturale e umano, adesso i due risvolti vengono presi in considerazione in modo organico e integrato, per cui non solo, al centro dell'attenzione vi è l'uomo, ma anche come questi si rapporta all'ambiente circostante, e come l'ambiente è da lui influenzato. Tale condizione rappresenta il grande salto in avanti che potenzialmente viene fatto; come la regione quindi opera praticamente per ottenere questi risultati e scopi molto difficili, organizzando delle aree di dimensioni e caratteristiche adeguate, e, di conseguenza, provvede ad attrezzare e recuperare fabbricati e strutture.

Fanno parte del Sistema della Regione Piemonte 25 Ecomusei.

Ecomusei.net

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Sport

Impianti di Sci

Pista da sci sul Mottarone

Centinaia di chilometri di piste, sia da discesa sia da fondo, che attraversano scenari unici, di impareggiabile bellezza. Da oltre un secolo l'inverno in Piemonte è il trionfo dello sport sulla neve. Per quanto riguarda l'Italia, lo sci, ebbe ufficialmente i suoi natali in Piemonte nel 1899 a Sauze d'Olux. E a Sestriere negli anni trenta i primi corsi per maestri di sci. Il Piemonte inoltre è stato una fucina di campioni, basti pensare a Piero Gros, slalomista nella valanga azzurra, e a Stefania Belmondo, regina del Fondo. Ogni anno, migliaia di sciatori di tutto il mondo scelgono le Alpi piemontesi per le vacanze bianche.

Perchè solo il Piemonte può offrire una scelta così ampia di comprensori diversi. Valle di Susa (Sestriere, Sauze d'Oulx, Sansicario, Bardonecchia, Cesana Torinese, Claviere), Val Chisone (Pragelato, Prali), Valsesia (Alagna, Riva Valdobbia, Mera, Scopello, Carcoforo, Rimasco), Valli dell'Ossola (Macugnaga, Val Formazza, Valle Vigezzo, Valle di Bognanco, Valle Divedro, Mottarone, Domobianca), Valli di Lanzo (Val di Viù, Val Grande, Val d'Ala,Balme), Valli del Cunese (Limone Piemonte, Mondolè Ski, SanGiacomo di Roburent, Lurisia, Fabrosa Soprana, Garessio 2000, Valle Varaita, Crissolo, Festiona, Certosa di Pesio), Biellese (Mucrone - Oropa - Camino, Bielmonte - Panoramica Zegna). Tutte in grado di soddisfare qualunque voglia di neve, per qualunque livello. Piste ampie e facili per bambini e principianti, discese mozzafiato per i più esperti, pendii vergini per chi ama ii fuoripista, avventure in eliski, aree attrezzate con salti, gobbe e halfpipe per gli snowboarder. Per i più audaci bellissime cascate di ghiaccio da scalare! Ma anche itinerari panoramici per lo sci da fondo con numerosi anelli, scenari delle gare della Coppa del Mondo (Cunese, Val Formazza, Val Vigezzo e Valsesia), trekking a cavallo, gite in slitte trainate dai cani, escursioni con le racchette da neve nei parchi naturali. Potendo sempre contare su guide alpine di grande esperienza e su maestri di sci di altissimo livello.

La scelta di Torino e della Valle di Susa, vera regina delle nevi, come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 2006 sottolinea la qualità delle stazioni invernali del Piemonte, forti di una tradizione e di una esperienza che non temono rivali nel mondo, con un offerta moderna d'impianti, attrezzature e un accoglienza per tutti i gusti.

Campi di golf

Campo da Golf Castelconturbia

Il Piemonte è terra di Golf: più di 15 circoli con 18 buche, alcuni dei quali fra i migliori d'Italia. Sono presenti inoltre numerosi campi a 9 buche per i principianti.

Il Golf: sport d'élite, sport ricco, ma anche sport da vivere nel verde e nella natura, in un paesaggio sempre diverso e affascinante. Il golf è una delle carte che il Piemonte vuole giocare per valorizzare la sua immagine Turistica. In tutta la regione, si trovano locali, club, associazioni e soprattutto campi che attirano praticanti da ogni parte del mondo.

Giocare in questi circoli, progettati da architetti di fama internazionale, permette di coniugare la passione per le 18 buche con scenari panoramici davvero suggestivi. Campi da Golf riconosciuti come opere naturali, realizzati nel rispetto della morfologia della natura. I campi da golf piemontesi offrono percorsi dalle svariate caratteristiche tecniche e sono ideali sia per i neofiti sia per i più esperti.

I giocatori possono cosi misurare la propria abilità a contatto diretto con la natura: lungo i laghi più belli della regione, sulle pendici di dolci colline, ai piedi delle montagne o vicino a splendide abbazie barocche. E possono inoltre contare su una ricettività alberghiera di alto livello e numerose attività di contorno.

Nelle più recenti classifiche che annualmente decretano i migliori campi da golf italiani, il podio risulta interamente occupato da strutture piemontesi.

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Terme

La sorgente denominata "Bollente" di Acqui Terme

Luoghi di paradisiaco relax, l'occasione per ritrovare forma fisica ed equilibrio interiore, il modo per rivivere una forma di turismo antica e raffinata. Quando il corpo non risponde più ai messaggi della mente, allora è giunto il momento di concedersi una pausa e di dedicare più tempo alla riconquista del benessere.

Scegliere le Terme significa volersi bene, perché ognuno dei centri termali del Piemonte, riuscirete a trovare la soluzione più adeguate e più naturale per il Vostro "Fuori Forma". Dalle terapie indicate per disturbi specifici (dermatologici, cardiovascolari, respiratori, gastroenterici, renali), ai trattamenti antistress e antiaging, ai più moderni programmi dietetici e fitness.

Ospiti di stabilimenti e strutture alberghiere di alto livello per una vacanza di misura dedicata al benessere. Adeguandosi alle esigenze sempre maggiori della clientela, in continua espansione, le Terme in Piemonte sanno conciliare cure mediche e terapie estetiche con il piacere della Vacanza offrendo eleganti soggiorni alberghieri, equipe di specialisti, strutture sportive e di intrattenimento.

Bognanco, vicino a Domodossola, vanta tre fonti di acque minerali tutte ricche di anidride carbonica utilizzate nella cura dei disturbi dell'apparato digerente, del fegato e dei reni. Sempre nell'Ossola, Crodo offre le sue acque ferruginose e ricche di minerali ideali per curare e prevenire le malattie dell'apparato digerente e del ricambio. Vinadio, nell'Alta Valle Stura, è caratterizzata dalla presenza di grotte naturali con acqua a diverse temperature dove si curano disturbi artritici e respiratori. Le cure si possono integrare con programmi dietetici, estetici e antistress. Le Terme Reali di Valdieri sono al centro del Parco Naturale dell'Argentera e le acque che qui sgorgano producono alghe terapeutiche indicate nella cura dell'artrosi. A Laurisia si trova la principale sorgente radioattiva d'Europa. Fu Madame Curie nel 1940 a far aprire il primo stabilimento, oggi rinomato per inalazioni, irrigazioni e balneoterapia. Grazie all'interazione dei venti montani e marini, Garessio gode di un clima ottimo in ogni stagione dell'anno. Le sua acque oligominerali sono un toccasana per l'apparato urico. Alla Fons Salutis di Agliano le acque salso-solfo magnesiache sono indicate per la cura di malattie dell'apparato digerente, del fegato e dette vie biliari. Le Terme di Acqui sono le più antiche e famose: il complesso termale è articolato in diverse sorgenti con attrezzati stabilimenti dove sottoporsi a trattamenti estetici, bagni, fanghi e terapie efficaci soprattutto per la cura dei reumatismi e dell'artrosi. Di recente scoperta sotto le terme di Premia, in val Formazza, dalle cui sorgenti sgorga acqua calda altamente curativa.

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